Dentro l’edificio si intravedono delle ombre che si muovono lente, e spaventate, pestando nervosamente il pagliericcio. Le capre hanno collari colorati, come fossero appena tornate da una festa. Nella semioscurità le loro forme le fanno assomigliare ad inquietanti cani scuri, con molte orecchie, fragili. Il loro muso, come notò il poeta Umberta Saba, ha qualcosa di anticamente umano, che fa pensare ai Patriarchi, e a gloriosi popoli che vivevano quasi in simbiosi con loro.